Comunismo o Confusionismo?

Fare l'avvocato del diavolo è sempre stato un mestiere che mi ha affascinato, non chiedetemi il perché, forse perché non sono molto normale e quindi ogni tanto ho bisogno di mettermi contro tutti e tutto, o semplicemente perché per deformazione professionale (sono un Ingegnere Meccanico) non sono abituato ad accettare paradigmi per fede, e quando una cosa non mi torna non demordo anzi la inseguo cercando di venirci a capo....in altre parole sono un masochista, che si vuole del male passando le notti insonne  a calmare quel fegato che si ingrossa quando si leggono certe affermazioni.

Ad ogni modo io credo che oggi giorno ci sia molto confusionismo e poco comunismo in giro. Il Confusionismo è un arte che si è sviluppata nel tempo e ha le sue radici nella mediocre ipocrisia di chi ha avuto i suoi vantaggi a sostenerlo e divulgarlo, ed aimé si è esteso a macchia di olio scalfendo le coscienze anche più pure (quelle dei ragazzi, dei giovani) perché essere confusionista è semplice, non ci sono libri da leggere, non bisogna studiare chissà cosa ma accettare tutto per fede. Così si vengono a creare le squadre, il noi contro di voi e di tutti sfociando nella becera illusione che l'identità da Ultras (tifoso incallito) possa andar bene anche quando si parla di una scienza quale può essere il comunismo o la politica in generale.

Cercando e sperando di smascherare questo camaleonte iniziamo con il dire che il confusionismo ha una natura sia fisica che eterea. 

Esso ha una natura fisica, tangibile immediatamente riconoscibile è legato al fatto che oggi giorno nella sola Italia ci sono più partiti "comunisti" che "comunisti". Sono talmente tanti che non so voi, ma io sinceramente ho perso addirittura il conto. Ad ogni modo siccome da qualche parte bisogna comunque partire, direi che i partiti "comunisti" più importanti (per numero di tesserati e per distribuzione sull'intero territorio) sono: Il partito della rifondazione comunista (PRC), il partito comunista Italiano (PCI), il partito comunista (PC) e il partito comunista dei lavoratori (PCL). Non me ne vogliate già da ora, l'ordine con il quale sono stati elencati è del tutto casuale e se ho dimenticato/omesso qualche altra importante realtà è per mio limite (mea culpa!).   

Iniziamo con l'anticipare che si trattano tutti di partiti di ispirazione Marxista (del resto è stato lui assieme ad Engles a redigere "il manifesto del partito comunista" quindi a creare di fatto il movimento, con le sue regole ) però sono divisi, il che è ridicolo se si pensa che Marx stesso aveva detto "proletari di tutto il mondo unitevi !" e voglio dire è anche abbastanza chiaro come appello non nasconde metafore o cose di difficile apprendimento, ma a quanto pare ai più sarà sfuggito. 

Ma andiamo avanti e spulciamo meglio la bestia del confusionismo. Leggendo gli statuti di tutti i partiti, si trovano cose molto curiose:

Partito Comunista: Il Partito si fonda e si riconosce nel marxismo-leninismo (bene!), riconosce l'esperienza storica dei Paesi socialisti (alla luce di quello che dice Marx qualcuno mi deve spiegare quali erano questi paesi socialisti? perché se dobbiamo essere coerenti da quanto si apprende sia dal "manifesto del partito comunista" sia "dal Capitale" non sono mai esistiti paesi socialisti), difende e valorizza la storia ed i valori del movimento operaio e comunista (ottimo), italiano e internazionale, dei principi ispiratori della Costituzione del 1948 e della Resistenza al nazi-fascismo (quest'ultima parte con il comunismo ci entra poco e niente).

Partito Comunista Italiano (il partito del minestrone ideologico, per non sbagliare non hanno veramente buttato via nulla ) :  Il partito comunista Italiano si ispira ai valori della costituzione Repubblicana (che per intenderci è una costituzione borghese, ispirata alle regole della democrazia che troviamo scritte nello "stato sociale" di Russeau che tutto era fuorché comunista), della resistenza e dell'antifascismo (vale quello detto prima per il partito comunista), si richiama al miglior patrimonio politico e ideologico dell'esperienza storica del PCI, da Gramsci a Berlinguer (povero Bordiga è stato tagliato fuori) e in particolar modo al pensiero gramsciano e togliattiano (il pensiero togliattiano? Mi devo essere perso qualcosa...), della sinistra di classe italiana e del movimento operaio e comunista italiano e internazionale alla migliore tradizione marxista-leninista (quindi fatemi capire bene Togliatti che non ha scritto nulla sul suo pensiero perché era un politico non un ideologo è diventato pensatore, Marx e Lenin che invece hanno scritto libri e libri sul loro pensiero sono diventati "tradizione" qualcosa di secondario da mettere in fondo così giusto per....Mah! )

Partito della Rifondazione Comunista : Il PRC-SE si ispira alle ragioni fondative del socialismo (a parte che su quel "fondative" nutro qualche dubbio di natura lessicale, ma esattamente cosa si intende per fondative del socialismo? Il socialismo reazionario? piccolo borghese? quello criptico-utopico? etc....), al pensiero di Karl Marx (bene, ottimo!) e ancora..... Il partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea rigetta così ogni concezione autoritaria e burocratica, stalinista o di altra matrice e ogni concezione e ogni pratica di relazione e organizzativa interna al partito di stampo gerarchico e plebiscitario (meno male che lo hanno scritto! io completerei salvo organizzazioni gerarchiche e plebiscitarie modello cubano......evviva Castro!......siamo ancora nell'assurdo ovviamente).

Il partito comunista dei lavoratori anch'esso di stampo marxista-leninista e anche troskista se ho capito bene, purtroppo ha un manifesto lungo in cui non è possibile estrapolare dei pezzi che riassumano la loro linea politica, se qualcuno di loro leggendo questo articolo voglia provvedere aggiungendo qualcosa o contattandoci sarà il benvenuto, ovviamente vale anche per gli altri. 

Ad ogni modo dalla nostra prima analisi appare evidente che il confusionismo si fonda su due teorie molto radicate. 

La prima è che l'antifascismo=comunismo che è assolutamente sbagliata. 

La resistenza è la pagina più esaltante e più bella dell'intera nostra storia per i valori e gli ideali che l'hanno animata. Il risorgimento è stata una guerra di conquista in cui lo stato piemontese ha assoggettato gli altri regni imponendo al popolo sottomesso la sua legge e estirpando qualsiasi esitazione con la forza della violenza. La Resistenza invece è altra roba, ragazzi nemmeno ventenni che abbracciarono i fucili per riconquistare la loro libertà perduta, per far nascere uno stato nuovo ispirato alla mai morta "Egalitè, Fraternitè e Libertè". 

Però non c'entra molto con il comunismo, in primo luogo perché la resistenza e l'antifascismo perde di qualsiasi significato se lo si estrapola da un preciso contesto storico. Per intenderci Marx non era antifascista perché all'epoca il fascismo non c'era e non era nemmeno prevedile che ci fosse, peraltro è un sentimento fortemente nazionale cosa vuol dire essere antifascista in Russia? O in America per esempio? Nulla, il comunismo invece è una ideologia che va ricercata a livello mondiale "proletari di tutto il mondo unitevi" perché le dinamiche capitaliste le trovi in Italia così come nel resto del mondo. Il comunista è antifascista perché il fascismo è nato come il braccio armato della media e piccola borghesia, che visti minacciati da quello che era accaduto in Russia e da quello che si prestava ad accadere anche in Italia, hanno pensato bene a foraggiare questo partito reazionario che li garantisse la sopravvivenza a scapito del proletariato urbano e contadino. 

Come lotta quindi al "fantoccio" della media e piccola borghesia è sicuramente compito di ogni comunista essere antifascista ma non è vero il contrario. Tant'è che i partigiani erano di tutti i colori, c'erano partigiani comunisti, partigiani socialisti, partigiani democristiani persino partigiani repubblicani! Perché l'antifascismo richiama valori che sono condivisibili da qualunque persona dotata di buon senso ma non si può dire che io essendo antifascista sono comunista oppure come molti asseriscono "io il comunismo l'ho imparato dalle storie di mio padre partigiano" No non è così....il comunismo lo impari leggendo Marx, le storie partigiane sono altra cosa. 

Giusto per mettere in luce le differenze il movimento antifascista è un movimento basato su valori, il comunismo Marxista è invece un movimento materialista basato sull'analisi empirica, il movimento antifascista è basato su un concetto di libertà che di per se è un concetto astratto e utopico, dal momento in cui si vive in una società sono necessarie delle regole che inevitabilmente imbrigliano la libertà individuale, quindi il problema non è la libertà di per sè ma combattere contro una oppressione di classe, contro una oppressione dovuta al profitto. Il movimento antifascista è un movimento pacifista che "ripudia la guerra" lo dice anche la nostra costituzione se non per autodifesa, il movimento comunista invece sprona alla guerra, i proletari di tutto il mondo devono abbracciare le armi per ribellarsi contro l'oppressione borghese nella rivoluzione, altrimenti non ci sarebbe nessuna rivoluzione! etc....in nessun canto partigiano si parla di lotta di classe, di plusvalore, di dittatura del proletariato, di alienazione del prodotto del proprio lavoro etc....forse c'è solo qualche vaga ispirazione molto mascherata (mi concedo il lusso del dubbio).....ma da qui a dire che sono comunista perché sono antifascista beh ragazzi su siamo onesti e sinceri con noi stessi!

Infine c'è la questione Stalinista. Stalin non ha creato uno stato comunista o socialista che dir si voglia, non solo perché era autoritario e dittatore. Perché proprio il concetto di Stato comunista che è sbagliato! In primo luogo perché il comunismo non può nascere e prosperare in una sola nazione 

1) per evidenti limitazioni economiche nessuna nazione è autosufficiente al 100% e le nazioni      capitaliste non daranno mai le loro materie prime ad una nazione che addirittura non ha nemmeno   una moneta (perché a questo, infondo,ambiva Marx), per eliminare il capitalismo occorre eliminare l'accumulazione di valore generale, il valore generale è riconosciuto nel denaro di cui la moneta è la sua forma più esplicita, siccome l'accumulazione ha senso solo nella forma generale del valore (non ha senso accumulare latte, o birra, o cocomeri perché dopo un po' vanno a male, perché occupano spazio, perché non sapremo come utilizzarli, invece il denaro è piccolo, non scade, lo possiamo utilizzare come vogliamo essendo la forma valore generale e di lì che parte tutto) meditate gente!

2) per evidenti limitazioni politiche, una nazione comunista (ammesso che possa esistere) sarebbe un vaso di terracotta (una nazione comunista non avrebbe necessità di avere un esercito, una polizia, un qualsivoglia organo di sicurezza perché tutti avrebbero grosso modo le stesse cose quindi verrebbe meno il senso di rubare o corrompere o conquistare) in mezzo a vasi di ferro (nazioni capitaliste) e siccome l'economia capitalista è trainata sempre da guerre di conquista prima o poi la nazione comunista verrebbe invasa.

Quindi già l'idea che una sola nazione possa essere comunista è di per se sbagliata, il comunismo è un processo che può evolversi solo a livello mondiale altrimenti è destinato a fallire miseramente o a trasformarsi in qualcos'altro (vedi Cuba, Russia, Cina, Venezuela etc......)

La società comunista di Marx la trovate descritta meticolosamente alla fine del Capitolo 1 del libro 1 del "Capitale" dove dice:

"Immaginiamo una associazione di uomini liberi, che lavorino con mezzi di produzione comuni (nella società stalinista invece c'era la proprietà socialista dei mezzi di produzione, una statale in mano ai burocrati, ai funzionari ovviamente , l'altra alla cooperativa i "colcos" quindi a privati privilegiati rispetto a chi non rientrava nei colcos) e che impiegano con coscienza le loro molte forze lavorative individuali come unica forza lavorativa sociale. " ed ancora....

"Il prodotto complessivo di questa associazione è prodotto sociale, di cui una parte verrà utilizzata come mezzo di produzione rimanendo sociale, l'altra parte invece sarà consumata come mezzo di sussistenza dai componenti dell'associazione (quindi da nessuna parte c'è un richiamo al profitto, all'accumulazione di ricchezze come invece avveniva del capitalismo di stato Stalinista) perciò deve essere distribuita tra essi"

Andando ancora avanti con la lettura....

"Il genere di questa distribuzione ovviamente muterà con il mutare del genere particolare dello stesso organismo sociale di produzione e del corrispondente grado storico di sviluppo dei produttori (con la tecnologia ecco perché è necessario che il capitalismo si sviluppi pienamente prima di procedere con il comunismo, quello vero!)"

procedendo ancora con la lettura Marx indica anche il modo con il quale avverrà questa spartizione 

"La partecipazione di ogni produttore ai mezzi di sussistenza verrà, ancora una volta, indicata dal suo tempo di lavoro. Pertanto il tempo di lavoro assumerebbe una duplice funzione:

1) Regolerà l'esatta proporzione delle diverse funzioni lavorative con i diversi bisogni (in altre parole quanto si dovrà lavorare)

2) Sarà la misura della partecipazione individuale del produttore al lavoro comune e perciò anche alla porzione del prodotto comune che può essere consumato individualmente."

Questo è il COMUNISMO....vi invito a riflettere su una cosa, Marx non usa mai la parola NAZIONE o STATO ma associazione perché? per due motivi fondamentali:

1) perché il comunismo deve avere un connotato mondiale, lo abbiamo appena finito di dire, quindi non in Russia, piuttosto che a Cuba, piuttosto che in Venezuela...ma MONDIALE.

2) perché il comunismo è fattibile solo sotto forma di piccole associazioni, comunità se si arriva alla dimensione di Stato, inevitabilmente si dovrà creare un apparato gerarchico, fatto di ministri, parlamentari etc....che inevitabilmente governeranno le risorse con tutti i mezzi di produzione e dove va a finire il concetto di comunismo? ve lo dico io....nella spazzatura ovviamente. Invece in piccole società con una partecipazione diretta (democrazia diretta non per delega) solo lì si può realizzare il COMUNISMO (perché in Marx la politica e l'economia vanno a braccetto, non ci può essere comunismo dei mezzi di produzione se non vi è comunismo nella partecipazione della gestione della cosa pubblica)....GRAZIE A TUTTI PER LA PAZIENZA.








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