Antonio Natali


Il caso Chiesa esplode proprio alla vigilia delle elezioni politiche nazionali previste per il 5 Aprile del 1992, e (come fanno ancora oggi i politici) il PSI prende subito le distanze da questo oscuro personaggio abbandonandolo al proprio destino. 

L'allora segretario del PSI (Partito Socialista Italiano) Bettino Craxi in una intervista al Tg3 disse :

"Io mi preoccupo di creare le condizioni perché il Paese abbia un Governo che affronti i momenti difficili che abbiamo davanti e mi trovo un mariuolo che getta un ombra su tutta l'immagine di un partito che a Milano in 50 anni non ha mai avuto un amministratore condannato per reati gravi commessi contro la pubblica amministrazione"

Ma si sa i politici non sono famosi per la trasparenza e la verità (vedi Berlusconi), infatti il PSI prima di Chiesa un amministratore indagato e arrestato per reati gravi contro la pubblica amministrazione l'aveva già avuto ed era Antonio Natali. 

Antonio Natali nato a Voghera3 febbraio 1921, morto a Milano22 marzo del 1991, è stato un politico italiano. Già segretario cittadino nel 1964 della Federazione provinciale del PSI, consigliere provinciale, consigliere regionale e vicepresidente della prima giunta regionale, è stato per anni presidente della Metropolitana Milanese.

Durante la sua esperienza di presidente della Metropolitana Milanese fu prima arrestato il 22 Marzo del 1985 per una tangente che la Icomec pagò per aggiudicarsi i lavori di costruzione di un tratto della MM1, fra il ' 76 e l' 80. La "tranche" incassata da Natali fu, secondo il mandato di cattura, di 300 milioni. Portato a San Vittore non ci rimane a lungo dietro le sbarre infatti il 3 Aprile dello stesso anno per motivi di saluti ottiene gli arresti domiciliari fino al termine del processo (che non si terrà e non verrà concluso per i motivi che vedremo). 

Poi l'11 Marzo del 1987 un altra inchiesta lo coinvolge, questa volta il reato è quello di concussione. L' inchiesta condotta dal pm Maiga riguarda il crack della Codelfa, una grossa impresa di costruzioni dichiarata fallita nel dicembre ' 84 con un buco di circa 50 miliardi. La Codelfa aveva pagato tangenti alla MM (quindi a Natali e al PSI) sull' appalto per la costruzione di un tratto della linea 3. L' appalto, dopo il crack della Codelfa, era stato rilevato dall' Italimpresit (gruppo FIAT). In questo passaggio di consegne era compreso anche un capitolo sulle cosiddette riserve, e cioè le spese eccedenti le previsioni, quelle in grado di far lievitare i costi dell' appalto. Il commissario liquidatore della Codelfa, per sanare una parte del buco, aveva tentato di recuperare le riserve spese dall' impresa nei lavori fino al momento del crack e della cessione dell' appalto all' Italimpresit. Ma nel corso di queste trattative il commissario si è sentito dire (da Natali) che occorreva pagare alcune tangenti se voleva recuperare quelle spese, disperato il commissario si autodenuncia al magistrato e fa partire la seconda inchiesta. 

Natali è spacciato perché già indagato su un caso di corruzione, ma siccome è lui il padre politico di Craxi, lo stesso che era allora (1987) il presidente del Consiglio chiese subito di visitarlo in carcere (dove era stato trasferito a seguito della nuova inchiesta) e poi lo fece eleggere in Senato. Nel Maggio del 1990 l'assemblea di Palazzo Madama respinge l'autorizzazione a procedere per concussione chiesta dal magistrato milanese Marco Maria Maiga. Muore come visto appena un anno più tardi. 

Ma Chiesa non è Natali e in più lui si era lasciato prendere con le mani nel sacco proprio in piena campagna elettorale. Intanto Di Pietro il 29 Febbraio del 1992 interroga la moglie separata di Chiesa, Laura Sala, impegnata nella causa di divorzio contro il marito che lesina gli alimenti, pretendendo di calcolarli sul suo magro stipendio "ufficiale" mentre la donna fa sapere a Di Pietro che ci sono anche i miliardi in Svizzera. 

Nello stesso tempo avvia accertamenti su tutti gli appalti assegnati dal Trivulzio negli utlimi 5 anni. Poi il 12 e il 13 Marzo convoca tutti gli imprenditori in Procura (una quarantina) che avevano ricevuto dal Pat (Pio Albergo Trivulzio) incarichi superiori ai 100 milioni. 

Alcuni di questi ammissero di essere stati costretti a pagare tangenti e questo costa a Chiesa nuove imputazioni e il rischio di un nuovo provvedimento di custodia cautelare in carcere.

Il presidente del Trivulzio è alle corde, in cella da più di un mese attraversa un periodo difficile della sua vita personale, il figlio adolescente non gli parla più, ha una nuova compagna in attesa di un bambino, patrimonio sequestrato, accusato dagli imprenditori che lo avevano finanziato, abbandonato dal partito, così il 23 Marzo 1992, dopo cinque settimane di silenzio in carcere, Mario Chiesa comincia a parlare....ma questo lo vedremo nella prossima puntata. 


Pracella Giuseppe






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